OASG - Osservatorio Astronomico San Giuseppe
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Lorenzo stesso ha scritto:"L'Osservatorio per me è stato molto importante, ricordo ancora oggi il primo giorno in cui ho messo piede alla baita, una sera primaverile del lontano 1996. Da poco quattordicenne con il motorino arrivai di gran carriera alla baita, conobbi un Claudio molto più giovane rispetto ad oggi, ed una ciurma di ragazzi impegnati tutti ai preparativi all'osservazione dell'eclissi di Luna del giorno seguente. Da allora è stato "amore" a prima vista, in questi 16 anni sono successe un sacco di cose, non sto qua ad elencarle tutte ma posso dire che l'Osservatorio mi ha aiutato ad "andare avanti" e di questo non posso che ringraziare tutti!"

Dopo qualche mese si presentò Andrea, appassionato e già espertissimo, tra l’altro possessore di una grande strumentazione, dicendomi che abitava alla Rufina ma che l’anno seguente si sarebbe sposato e trasferito all’Anselmo, praticamente ad un tiro di sasso da San Donato. Anche lui cercai di accoglierlo meglio che potevo, un vero esperto che avrebbe potuto darmi una bella mano in tutta l’attività che tra gruppi, scuole, associazioni e privati stava letteralmente esplodendo.

Andrea si ripresentò, finalmente sistemato, dopo un anno e mezzo, ed è ora un'altra delle colonne portanti della nostra attività e nell'occasione della firma ci ha detto:"Per parte mia, l’attività all’oasg (osservatorio astronomico San Giuseppe) è una delle poche occasioni in cui esco dalla mia riservatezza, a volte anche eccessiva, ma fa parte del mio carattere. Non frequento bar o circoli di nessun tipo, e per me l’oasg è una specie di faro nella nebbia: se per qualche motivo si fosse spento mi sarei trovato disorientato e sperso, anche se so benissimo che avrei sempre potuto contare sulla vostra amicizia. Avere la possibilità di trasmettere ad altri ciò che ho la fortuna di imparare su una materia che mi affascina è una delle cose che mi fanno sentire realizzato nella vita, e all’osservatorio ho trovato sia l’ambiente che le persone giuste…che vuoi di più? Un pensiero e un ringraziamento particolare va a colui che è stato il nostro fondatore: don Mario, e che (per parte mia ne sono convinto) ci guarda e ci protegge da una dimensione a noi superiore!" Nel frattempo avevo conosciuto anche Dario, anche lui giovanissimo, che con il padre, era venuto una sera all’Osservatorio, per chiedere consiglio sull’acquisto di un telescopio. Era poi tornato un’altra volta e poi mai più, per ben cinque anni. Alla fine delle scuole superiori mi scrisse una bellissima mail nella quale mi chiedeva consigli per l’iscrizione alla facoltà di Astronomia a Bologna. Quando lo rividi era ormai un uomo, quella sera lo feci incontrare con Emanuele, che già lavorava alla NASA, Lorenzo e Andrea, che facevano ormai parte dello Staff dell’Osservatorio. Da allora anche lui si è perfettamente integrato nel gruppo, dando un notevolissimo impulso a tutte le attività. Questo ci ha scritto Dario:"Io nella storia dell'Oasg appaio attivamente solo da una decina di anni, in questo lasso di tempo ho visto accadere tante cose: la costituzione dell'associazione, l'acquisto del planetario, l'aumentare in modo, direi, esponenziale le attività con scuole e gruppi... sempre spalleggiati dal buon Don Mario che ha sempre creduto molto in noi e nella nostra attività. Abbiamo visto anche invidie nei nsotri confronti, ma che ci vuoi fare.... Oggi, che comunque siamo ancora qui, uniiti come il primo giorno, in sintonia come sempre, l'Osservatorio è una realtà concreta che porta l'astronomia ogni anno a migliaia di persone, vuoi con il planetario, vuoi con le serate di osservazione... ed è semplicemente fantastico. Mi sarebbe davvero dispiaciuto dire "addio" a quella baita, forse più per un discorso di legame affettivo che altro... insomma tutto è nato da lì, almeno per quanto mi riguarda, con quell'incontro di 16 anni fa insieme a Claudio e al mio babbo per un consiglio sull'acquisto del mio primo telescopio. Certo, un ringraziamento a don Francesco, ma sotto sotto non nascondo che mi viene anche da dire che ci meritiamo la fiducia che ci viene data. La soddisfazione è tanta, sono molto fiero ed orgoglioso di noi, non mi stancherò mai di dire che l'oasg e le stelle sono per me un motore che alimenta tutti i giorni il mio quotidiano... come dico sempre, andiamo avanti così, siamo forti!!!!".

Visto che ne ho parlato devo aprire un parerntesi su Emanuele: un liceale (quando l'ho conosciuto, oggi è astrofisico con Dottorato di Ricerca), di Cerbaia, che ha, per diversi anni, collaborato attivamente all'Osservatorio ma, anche, seguendo il suo interesse profondo per l'Astronomia, è diventato un ricercatore professionista, ha lavorato per due anni all'ESA (Ente Europeo per la ricerca astronomica) e per tre anni alla NASA (l'Ente Spaziale americano) ed ora è ricercatore presso l'Ente per la Ricerca dell'Energia Nucleare francese. Fa ricerca nei più grandi osservatori astronomici ed utilizzando satelliti specialistici; ha al suo attivo alcune importanti scoperte (pubblicate a suo tempo anche su questa rivista).

Stefano è entrato a far parte dell'esecutivo da pochi anni, è il nostro "tecnico", che ripara e costruisce qualsiasi cosa, si è subito integrato con tutti noi senza problemi. Richiesta anche la sua testimonianza questo è ciò che ha scritto: "A parte che lo scrivere mi è sempre stato indigesto (ed è una delle poche cose che non mi vanno ... ) questo giorno più che un traguardo lo vedo come un ottimo inizio per poter fare di più con una base solida su cui contare.... oddio base solida tra virgolette visto dove è costruita la baita... però partendo da quà si può arrivare alle stelle ed oltre! Anch'io pur essendo arrivato da poco mi sono trovato molto bene insieme a voi, più di una volta mi sono sentito parte di qualcosa di grande, e mi è piaciuto molto. Grazie a tutti".

Nel 2000 ricevetti una lettera dall'Università di Trieste che chiedeva di inviare qualcuno a Trieste per le "Olimpiadi di Astronomia" ma le caratteristiche e l'età richieste non corrispondevano a nessuno che conoscessi, inoltre si richiedeva una buona conoscenza matematica; pensai che non avevo nessuno da mandare a Trieste e piegata a metà la lettera la cestinai. Qualcosa, però dentro di me non mi lasciava sereno e dopo qualche giorno ripresa la lettera la portai a Gianna, la moglie di Giorgio che allora insegnava al Liceo Scientifico di Empoli. Anche lei tenne per qualche giorno in borsa la lettera non sapendo a chi darla, poi finalmente una mattina incrociò nei corridoi uno studente di quinta, che aveva nomea di essere molto bravo in matematica, si chiamava Eduardo e accettò con giota di partecipare a queste "Olimpiadi astronomiche". Per farla breve Eduardò andò a Trieste ed arrivò primo, addirittura ideando un nuovo sistema per risolvere un complicato problema di Astronomia sferica. I professori scrutinatori rimasero molto impressionati dalle sue capacità e lo mandarono sei mesi dopo in Russia per le Olimpiadi astronomiche mondiali, risultato: Eduardo, dopo prove difficilissime arrivò terzo dietro un russo ed un americano. Ogni volta che ripenso a questo episodio mi torna a mente un aforisma di San Francesco di Sales: "Ogni ispirazione rifiutata è una catena di grazie perduta".

Nel 2003, sentii parlare del Planetario mobile e scoprii che a Brescia tenevano un corso gratuito per operatori di Planetario. Fu come un colpo di fulmine per me, una di quelle intuizioni che danno una svolta. Ne parlai a Don Mario che mi incoraggiò a fare il corso e ad informarmi sui prezzi dei Planetari, dovevamo averne uno anche noi. Non senza difficoltà e sacrificio riuscimmo a fare il corso a Brescia in tre: Lorenzo, Dario ed io. Imparammo i rudimenti, ma i prezzi di quegli strumenti, che venivano dagli Stati Uniti, erano talmente alti da non essere minimamente accessibili e ritornammo alla base, contenti per quanto appreso, ma sconfortati per il prezzo e sicuri che non avremmo mai potuto acquistarlo. Eppure, solo due mesi dopo, in modo fortuito, incontrammo una persona che qualcuno ci disse essere un artigiano che costruiva Planetari. Non solo i suoi prezzi erano affrontabili, ma gli strumenti nettamente migliori. Con Michele, l’artigiano, siamo ormai diventati amici, ci sentiamo e ci siamo aiutati, reciprocamente, in più di un occasione, il pagamento che ci ha concesso ci ha permesso di realizzare il nostro sogno. Così abbiamo dato inizio ad un’altra attività che ci impegna ancora di più, ma che ci riempie di entusiasmo e che ci ha fatto conoscere tante altre persone che oggi sono amici o collaboratori dell’Osservatorio e con i quali abbiamo creato l’Associazione che di fatto gestisce ormai tutte le attività.

Nel 2010 abbiamo acquistato un secondo Planetario, un modernissimo digitale: una vera meraviglia! Dal giorno del primo acquisto ad oggi gli impegni e i visitatori sono aumentati; andiamo in molte scuole del circondario e in altre occasioni pubbliche come feste e sagre e da circa sei anni giriamo su medie annue che vanno dalle 30 alle 45 uscite e dai 3000 ai 3500 visitatori!

In alcune occasioni negli anni passati, anche in sede, a San Donato abbiamo avuto grandi serate: Nel Marzo del 1997 in occasione del passaggio della cometa Hale-Bopp, vennero più di 500 persone; ad Agosto 2003, in occasione della grande opposizione di Marte abbiamo sfiorato le 1.000 persone; nell'Anno internazionale dell'Astronomia nel 2009 in occasione della commemorazione dello sbarco del primo uomo sulla Luna, a Luglio circa 400 persone.

Della storia dell'Osservatorio fanno parte tante altre persone ed episodi significativi che non possiamo trascurare in questo racconto. L'episodio chiave è avvenuto con don Mario nei primi anni di attività dell'Osservatorio (1993 o 1994?). Nella gestione delle attività astronomiche ero ancora da solo (escludendo i giovanissimi parrocchiani volenterosi ma totalmente all'oscuro di astronomia), e spesso dovevo rispondere a domande difficili o impegnarmi in gravose conversazioni scientifiche e religiose dove cercavo di dimostrare come l'astronomia poteva aprirci la mente a Dio; ma ero in difficoltà perciò ne parlai a don Mario, il quale per tutta risposta, ad alta voce declamò:


     "I cieli narrano la gloria di Dio

e l'opera delle sue mani annuncia il firmamento

il giorno al giorno ne affida il messaggio

e la notte alla notte ne trasmette notizia.



     Non è linguaggio e non sono parole

di cui non si oda il suono.

Per tutta la terra si diffonde la loro voce

e ai confini del mondo la loro parola..."


È il meraviglioso salmo 18(A); e per me fu una folgorazione, da allora smisi di affannarmi a voler far capire chissà che e afferrai appieno anche la "missione" dell'Osservatorio: mostrare le bellezze del cielo stellato (al massimo descrivendo i meccanismi celesti), il cielo avrebbe parlato da sé agli osservatori... dicendo, sempre, molto di più di quello che io potrei anche solo immaginare.

Tanti altri sarebbero gli incontri, gli aneddoti e le storie da raccontare, forse un giorno lo potremo fare, intanto questi sono sono gli episodi "base" su cui è fondato l'osservatorio Astronomico San giuseppe!


Claudio

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OASG - Osservatorio Astronomico San Giuseppe

San Donato a Livizzano - Via Montelupo, 188

50025 Montespertoli (FI) - Italy

tel. 0571 671521 - cell. 392 0549880 - email: info@oasg.it

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STORIA

STORIA

L'Osservatorio Astronomico San Giuseppe  è stato voluto e fatto costruire da Don Mario Boretti, parroco della Chiesa di San Donato a Livizzano (comune di Montespertoli), perché tutti potessero godere delle bellezze del cielo stellato.


L’osservatorio fu realizzato installando una cupola in vetroresina sopra una baita preesistente nel terreno della Parrocchia, e installando lo strumento principale ed altri ausiliari.

L'Osservatorio è composto da una sala per le riunioni, servizi, saletta d'accesso e la cupola, dove è alloggiato il telescopio, alla quale si accede tramite un montacarichi a sbalzo. Lo strumento principale è un Schimth-Cassegrain di 254mm di diametro a f/10.


Inaugurato e aperto al pubblico il 27 luglio 1990, dal gennaio 1997 è divenuto delegazione territoriale UAI (Unione Astrofili Italiani) per il territorio di Montespertoli.

L'associazione che attualmente lo gestisce (Associazione OASG) si è costituita nel gennaio 2005. Il nucleo direttivo è composto Claudio Allegri (Direttore), Andrea Caselli (Vice Direttore), Lorenzo Corti (Tesoriere-webmaster), Dario Gozzini (Pubbliche Relazioni), Stefano Sabi (Segretario). A tutt'oggi l'Associazione conta più di 200 sociati.


Una delle principali attività dell'Osservatorio è naturalmente l'osservazione: in genere vengono organizzate due serate al mese, in concomitanza della Luna Nuova per osservare il “Cielo Profondo” e della Luna al Primo Quarto per osservare quest’ultima. A richiesta, vengono allestiti incontri con gruppi privati e scolaresche, oltre alle serate nazionali indette dall'UAI. Nell'Aprile del 2004 l’acquisto del Planetario mobile con cupola gonfiabile di 5 metri e capienza di 30 persone che ha notevolmente incrementato l’attività divulgativa. Da allora facciamo lezioni col Planetario nelle scuole medie e superiori del circondario. In un anno si realizzano in media da 60 a 100 incontri per un totale di visitatori che si aggira intorno alle 2.000/3.000 unità, le cui firme sono reperibili nel nostro registro delle presenze.


In genere siamo soliti affiancare a questo nostro lavoro delle attività più particolari; ad esempio questi ultimi anni, in occasione della Mostra del Vino a Montespertoli, abbiamo allestito un piccolo stand in cui abbiamo presentato la nostra associazione; organizzando incontri con le Associazioni di Astrofili di tutta la Regione ed allestendo delle conferenze al pubblico con il patrocinio del Comune di Montespertoli. Spesso andiamo nelle piazze di paesi vicini, in occasione di feste e sagre, col nostro Planetario.


In occasione della Grande Opposizione di Marte, abbiamo allestito delle serate apposite con proiezioni di immagini su di un maxischermo e osservazioni attraverso una decina di strumenti posizionati nei giardini intorno all'Osservatorio; all'avvenimento hanno preso parte più di mille persone (tutte registrate).


Per alcuni anni è stata in corso un'attività di collaborazione con la Scuola Media di Montespertoli, con il Comune stesso e l'ente turistico del paese. Tantissimi i gruppi, le associazioni e le scuole che ci hanno fatto visita, hanno partecipato alle nostre lezioni o ai nostri incontri.


Una volta l’anno teniamo il nostro corso di Astronomia di base, sempre discretamente frequentato, e saltuariamente il corso “Avanzato”, che affronta le tematiche cosmologiche.


Nel 2007 abbiamo completato i lavori ed aperto al pubblico “La Sala delle Stelle”, un ampio spazio con attrezzature multimediali, per accogliere gruppi particolarmente numerosi e come sede stabile del Planetario. Ma dal 2011 la sede del Planetario è stata spostata all’Oratorio.


Martedì 5 Settembre 2012, ore 21,30 don Francesco è venuto all'Osservatorio, o meglio alla Baita San Giuseppe, la costruzione nell'angolo sud-est del recinto parrocchiale di San Donato a Livizzano, con una serie di incartamenti in mano; ad attenderlo, oltre a me (Claudio) c'era il Consiglio Direttivo, dell'Associazione che gestisce l'Osservatorio, al completo: Andrea, Lorenzo, Dario e Stefano. Quando abbiamo finito di firmare tutti i fogli, abbiamo dovuto riconoscere che si trattava di una data "storica", dopo 22 anni dalla sua apertura e gestione avevamo firmato, grazie a don Francesco e alla sua "attenzione" alla nostra realtà, il contratto di Comodato, che, con il consenso dell'Ordinario Diocesano, dava, finalmente, una ufficialità, alla presenza dell'Associazione che gestisce l'Osservatorio Astronomico San Giuseppe. Nell'occasione don Francesco ci ha invitato a scrivere la storia dell'Osservatorio, dato che molti non la conoscono.


Tutto cominciò dall'interesse e dall'entusiasmo di Don Mario che, un giorno dell'estate 1988, invitato a guardare la luna attraverso il telescopio di Tonino Zanardi, che ha, qui a Montespertoli, una seconda casa ed è un grande appassionato di astronomia (che spesso scrive in questa rubrica e ancora collabora ttivamente con noi), ebbe come una folgorazione, uno shock: si poteva vedere la "grandezza" di Dio attraverso il telescopio! Le cose che si potevano ammirare erano così impressionanti, strabilianti, grandiose, che da sole ci parlavano di Dio. L'entusiasmo durò diversi mesi e caratterizzò i discorsi, le omelie, le conversazioni di Don Mario. Nel gennaio del 1989 i parrocchiani regalarono a Don Mario, in occasione del suo compleanno, un piccolo telescopio, un catadiottrico 114 mm e 1000 mm di focale (esposto, ora, nell'ingresso dell'accoglienza attigua alla chiesa).

Intanto Don Mario aveva anche scoperto che io ero un appassionato di astronomia fin dall'adolescenza, e mi aveva incaricato di gestire questo piccolo strumento. Pur tra mille difficoltà, incertezze ed inesperienze il sabato sera con la buona stagione si facevano osservazioni dal giardino che circonda la Baita, e il gruppo di osservatori cresceva di volta in volta, così come l'entusiasmo. Fintantoché un giorno Don Mario cominciò a dire che sarebbe stato bello fare un Osservatorio con tanto di cupola e postazione fissa. Di lì a poco dette incarico a me e a Stefano Orlandi di studiare la fattibilità della cosa: Stefano si occupò della struttura ed io della strumentazione. Andammo a chiedere consigli anche ad Arcetri, dal professor Ranfagni, in una stupenda mattinata di sole, Don Mario, Luigi ed io. Che grande emozione fu per me visitare un così famoso Osservatorio, con la sua cupola di 6 metri, il celebre rifrattore Amici, la torre solare, la biblioteca e tutte le varie strutture!

Alla fine Stefano realizzò il progetto, veramente straordinario per la sua completezza, semplicità ed economicità. Sfruttando la baita esistente venne inserito un piano rialzato, con l'alloggiamento per il telescopio e chiuso da una cupola girevole e apribile in vetroresina.

A questo punto, però, è giusto dire qualcosa sulla Baita San Giuseppe, una costruzione in prefabbricato, rivestita esternamente in legno e fatta costruire da don Mario nel 1987, ora sede dell'Associazione e Osservatorio astronomico. Una volta finita di costruire, don Mario compose una lapide che fece apporre fuori, sotto il loggiatino (oggi andata perduta) che mi lasciò di stucco, soprattutto quando la lessi di nuovo, qualche anno dopo, in occasione dell'inaugurazione della cupola. Riporto integralmente il testo: "Piccola baita, tu mi fai pensare a quanti miei sogni infranti: dalla casa di riposo per anziani che doveva sorgere in questo luogo alla baita di oggi, sembrerebbe una sconfitta. Invece è una vittoria. Cominciare dal piccolo può apparire umiliante, ma è tanto confortevole seminare il chicco di grano aspettando con fiducia la spiga. Baita! piccolo capolavoro d'arte, gioiellino del mio cuore, tu che sorgi sul cemento d'una cisterna d'acqua piovana costruita 14 anni fa, tu mi fai fantasticare alle impossibili Dolomiti di San Donato, e fai gioire chi con tanto sacrificio ti ha aiutato a nascere; da te si possono godere la vista su dei panorami, la dolcezza delle colline e tanto tanto cielo e di giorno e specialmente la notte; baita piccolo osservatorio puntato verso la Luna, il Sole e le stelle, tu ci aiuterai con i telescopi a guardare e ad ammirare le costellazioni e i pianeti, baita puntata verso S. Donato e verso Pulica, luoghi struggenti e pieni di fascino spirituale per il mio sacerdozio e per i miei 35 anni di servizio al Signore e ai fratelli, questo è il tuo piccolo regno, questo è il tuo luogo, piccolo chicco di grano destinato a diventare spiga, da questa tua casa potrai scorgere un giorno, la Reggia di Maria!".

Ritornando al racconto, una volta inserita la cupola nella struttura restava solo l'acquisto di un buon strumento. Dopo ricerche e svariati contatti propendemmo per un telescopio riflettore, uno Smith-Cassegrain da 25 cm., con focale 2500 mm. e montatura a forcella, con gli oculari e tutti gli accessori necessari: uno strumento della California che veniva allora importato da un'unica ditta di Milano. Anche quella giornata, quando andammo a Milano a ritirare il telescopio e tutta la sua attrezzatura, non la dimenticherò tanto facilmente. Oltre a me, Don Mario e Luigi questa volta c'era anche Giorgio: erano i primi di luglio, e il caldo e l'afa di Milano di quel giorno sono rimasti indimenticati e indimenticabili. Infine, il 27 luglio 1990, ci fu l'inaugurazione ufficiale, con la presenza delle autorità e di tanta gente:, nella cena all'aperto che seguì eravamo in più di trecento.

nel 1991 venne pubblicato un mio articolo sulla rivista "L'Astronomia", a tiratura nazionale, che dette un notevole impulso alle attività. I primi anni passarono abbastanza agevolmente, si era formato un gruppetto di ragazzi del posto che mi aiutavano nella gestione delle serate di apoertura al pubblico e in quelle particolari, erano mossi dall'entusiasmo della novità, ma senza un'autentica passione per la materia astronomica, ed ero consapevole che il loro aiuto non sarebbe durato per sempre.

Nel 1996 si presentò un ragazzino di 14 anni con tanto interesse per l’astronomia e tanta voglia di fare, senza timori e incertezze. Veniva da Turbone, una frazione di Montelupo, dopo che il nonno gli aveva detto: “Ma se ti piace così tanto guardare il cielo, o perché tu’un vai da i’ prete di Pulica che c’ha un osservatorio?” E Lorenzo non se lo era fatto dire due volte, inforcato il motorino era venuto su da noi. Quel giorno stavo preparando per l’eclissi di Luna che avremmo visto quella notte e trovandomi di fronte tanta buona volontà ringraziai il cielo, dentro di me. Da quel giorno è diventato una colonna portante dell’Osservatorio, non mancando mai e imparando tutto con grande prontezza ed intelligenza.